L’edizione 2023 de 'Il Jazz italiano per le Terre del Sisma' si sta avvicinando. IJI ha intervistato tre membri del Consiglio Direttivo di Jazz All’Aquila, associazione che dal 2021 organizza la manifestazione in connessione con la Federazione Il Jazz Italiano e con I-Jazz.
- Come è nata l’Associazione Jazz all'Aquila? Da chi è composto il Consiglio Direttivo?
Corrado Beldì: “L’associazione nasce dalla richiesta del Sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi di coinvolgere in modo sempre più strutturato la città: per questo motivo il Consiglio Direttivo è composto da tre componenti aquilani, tre componenti espressi da I-Jazz - che ha gestito la manifestazione fino al 2021 - e un componente nominato dalla Federazione Il Jazz Italiano. Tra i componenti aquilani, oltre a Claudio Mastracci, che ha un ruolo molto fattivo e operativo nella parte amministrativa e organizzativa, partecipano al consiglio Carlo Ferdinando De Nardis, persona di grande esperienza amministrativa e dalla vasta cultura musicale e Leonardo De Amicis noto direttore d’orchestra. Il componente di federazione è Giovanni Serrazanetti che ha partecipato attivamente all’organizzazione fin dalla prima edizione; oltre a me e al veterano Gianni Pini, partecipa al consiglio Angelo Valori, direttore artistico di Pescara Jazz che ha messo a disposizione degli anni risorse molto valide sulla parte tecnica e organizzativa”.
- Come vengono scelti i direttori artistici della manifestazione?
Corrado Beldì: “I direttori artistici, scelti dal Consiglio della Federazione IJI, mettendo insieme le proposte che arrivano dalle diverse categorie: l’idea è di coinvolgere ogni anno un Direttore Artistico particolarmente riconosciuto per la sua esperienza di direzione di rassegne o di festival, un giovane curatore che abbia dimostrato negli ultimi anni di lavorare sull’innovazione e sul rischio culturale e un musicista che possa portare una visione più ampia diversa rispetto al jazz italiano. La terna dei direttori emerge da una riflessione sulla necessità di garantire l’equilibrio di genere e la distribuzione territoriale”.
- Cosa rappresenta la manifestazione 'Il Jazz Italiano per le Terre del Sisma?'
Claudio Mastracci: “La manifestazione (ideata dal maestro Paolo Fresu nel 2015) è stata concepita per perseguire finalità di solidarietà e vicinanza verso i territori colpiti dal sisma del 2009 e per favorire la conoscenza dei luoghi con evidenti ricadute sul turismo culturale e il suo indotto economico. Inoltre, ha dimostrato di avere un potere aggregativo straordinario, musica e solidarietà per portare la linfa necessaria alla rinascita della vita culturale dell'Aquila e delle popolazioni coinvolte nei terremoti del 2016 attraverso il 'Cammino solidale' (Musica e Trekking nei territori colpiti dal sisma), che anticipa la manifestazione aquilana e porta decine di persone in cammino dalle Marche, attraverso l’Umbria ed il Lazio per arrivare all’Aquila, con concerti lungo il percorso. La collocazione del jazz italiano in un luogo nuovo e la presenza di centinaia di artisti e operatori del settore sono testimonianza di una delle realtà artistiche più importanti del panorama musicale odierno. Eccetto sporadiche apparizioni, il jazz era un genere musicale poco ascoltato in città e nessuno poteva immaginare quale potesse essere il successo della prima edizione che vide oltre 60.000 presenze, una innovazione, un mutamento che accrebbe speranza nella rinascita culturale e sociale. Nonostante fosse stata accettata con entusiasmo, la manifestazione appariva lontana dalle aspettative degli aquilani che non partecipavano attivamente alla realizzazione dell’evento. Con la nascita dell’associazione Jazz all’Aquila, sempre con la supervisione della Federazione Nazionale Il Jazz Italiano e di I-Jazz, si è ristabilito un equilibrio e l’evento restituisce una maggiore presenza e partecipazione dei cittadini che si riappropriano dei restaurati spazi urbani, anche i più nascosti, insieme ad un rinnovato respiro culturale'.
Carlo Ferdinando De Nardis: 'Il Jazz Italiano per le Terre del Sisma' è uno dei momenti polari delle attività culturali dell'Aquila: uno dei 'grandi eventi' che costituisce - assieme all'abbondante e continua offerta di spettacolo e di arte - l'ossatura di quello spettacolo più grande che è la ricchezza di vita di una città che fa della cultura e della bellezza il suo volano di rinascita. Il festival ha una sua dimensione diffusa di collaborazione e legame con il territorio che gli permette di non avere natura occasionale ma di essere un momento di 'semina' che fruttifica tutto il resto dell'anno. Gli aquilani questo lo sanno: sia le migliaia di cittadini che partecipano, sia le istituzioni che lo sostengono e supportano, e apprezzano la vitalità di questa manifestazione che, per due giorni, rende L'Aquila capitale del jazz italiano'.
- Come ci sorprenderà l'edizione di quest'anno?
Corrado Beldì: 'Sarà un’edizione ancora più partecipata dalle realtà aquilane. Andremo alla scoperta di posti nuovi in una città che è tuttora in fase di trasformazione e avremo la possibilità di ascoltare nuove proposte. L’Aquila è una grande vetrina del jazz italiano e l’attenzione in questi anni è sempre stata quella di rinnovare gli inviti per dare nuove opportunità a tutti. Non mancheranno le attività proposte dalle associazioni afferenti a IJI: ADEIDJ, AFIJ, DJeP-AFAM, I-Jazz, IJVAS e MIDJ. Importante sottolineare la presenza costante all’Aquila di musicisti di Nuova Generazione Jazz, dei premi Massimo Urbani e Taste of Jazz nonché del Conad Contest. Si aggiungono ogni anno un progetto con il Conservatorio dell’Aquila e altri progetti di collaborazione locale e di comunità che vorremmo sviluppare nei prossimi anni'.
Claudio Mastracci: 'L'edizione 2023 si muoverà in una duplice corsia: da un lato sarà perseguita continuità, con quanto di eccellente fatto negli scorsi anni, dall’altro saranno intrapresi alcuni nuovi percorsi secondo suggestioni che giungono dallo stesso continuo work in progress che contraddistingue la rinascita della città in questi ultimi anni. Un elemento ideale di continuità destinato a fornire esiti innovativi è soprattutto il legame fra la musica e le altre arti e la collaborazione con importanti istituzioni culturali della città'.