Sulla Gazzetta di Parma la lettera che la Presidente Ada Montellanico ha scritto sul contenzioso relativo al Conservatorio Arrigo Boito di Parma.
'Gentile Direttore,
apprendiamo con preoccupazione e incredulità del contenzioso in atto tra alcuni avvocati e il Conservatorio Boito di Parma.
Troviamo surreale che i suddetti avvocati si stupiscano di sentire dei suoni avendo loro scelto la sede dello studio in locali adiacenti alle mura del Conservatorio che è situato lì da più di un secolo; forse avrebbero dovuto valutare prima se era indispensabile per lo svolgimento della loro professione un luogo silenzioso che sicuramente non può essere vicino a un Conservatorio.
Ma al di là di questa considerazione generale e di assoluto buon senso, ciò che preoccupa è la terminologia offensiva usata dagli studi legali per definire la situazione:
” …vi sono talora gruppi e cantanti anche jazz, e sono evidenti le pressoché costanti amplificazioni. In sostanza, trattasi di “rumori” forti, ripetitivi e spesso stridenti, non di melodie, e tantomeno di “spartiti immortali che in quelle stanze vengono suonati da più di 200 anni”, né di note “producenti capolavori”: in tal caso, a nessuno di noi sarebbe passato per la testa sollevare lamentele”.
Giudicare e usare arbitrariamente una scala di valori all’interno di una espressione artistica denota profonda ignoranza su ciò che è stato ed è il percorso storico della musica, tanto che oggi nei Conservatori non si insegnano più solo i linguaggi classici ma ci sono cattedre di musica jazz da oltre venti anni e proprio il Conservatorio Boito è stato tra i primi ad istituirle, e da alcuni anni anche cattedre di popular music, linguaggi che ormai appartengono alla musica della contemporaneità e che rappresentano eccellenze all’interno del panorama culturale italiano.
Ma la vera offesa è nei confronti delle centinaia di ragazze e ragazzi che seguono con impegno, dedizione e passione i corsi all’interno di questa importante istituzione, che faticosamente studiano e a volte, come prassi auspicata per arrivare all’esecuzione perfetta, ripetono più e più volte passaggi musicali, quelli che i signori avvocati definiscono “rumori ripetitivi e stridenti”.
Abbiamo saputo tra l’altro che a causa del contenzioso molte aule destinate allo studio del linguaggio jazzistico non sono più utilizzabili, creando notevoli disagi al percorso formativo degli studenti e ai docenti stessi, che si trovano impossibilitati a svolgere le normali lezioni come da loro ideate.
La situazione appare grottesca e molto grave, la nostra piena solidarietà e vicinanza va al Direttore, a tutti i docenti e agli allievi coinvolti in questa preoccupante situazione e speriamo per questo che la nostra lettera possa essere pubblicata sul vostro giornale.
Ci auguriamo, attraverso il buon senso, si trovi al più presto una soluzione, per il futuro della musica, di tutti i Conservatori e di tutti gli studenti che devono sentirsi liberi di sperimentare e studiare senza costrizioni, e speriamo soprattutto non si rischi di vedere sminuita e vilipesa la portata artistica e culturale delle nostre istituzioni di alta formazione; ciò potrebbe accadere se si assecondassero pensieri ed azioni irrispettose verso la musica, o verso certa musica, come sta accadendo al Conservatorio Boito di Parma.
La ringrazio dell'attenzione
Ada Montellanico
Presidente della Federazione Nazionale Il Jazz Italiano'